Una notte in rifugio, nel silenzio dell’alta quota

Piatti semplici, comfort essenziali e il lusso di toccare il cielo con un dito

Per chi va in montagna, il rifugio d'alta quota è come per il marinaio il faro che si staglia sulla costa. È un punto d'approdo e di ristoro, una casa lontano da casa. Forse i comfort non sono quelli di un hotel a cinque stelle, ma solo perché non si può dare un prezzo al silenzio e alla maestosità del tramonto o dell'alba visti da lassù.

Dormire in rifugio | © Mathäus Gartner

Un piatto caldo e tanti sorrisi 

Quando arrivi in rifugio dopo ore di camminata e tanti chilometri nelle gambe, puoi stare certo che ad accoglierti trovi sempre piatti semplici e ristoratori (non si può dimenticare che l'approvvigionamento di queste strutture non è semplice).  

Qui le tavolate di legno le condividi con altri viandanti dei sentieri alti, con i loro zaini e i loro racconti di imprese alpine. La consapevolezza di aver vissuto la stessa impresa, di aver deciso di faticare per arrivare fin là, unisce tutti fin dal primo minuto. Chi arriva in rifugio lo sa, l’amore per la montagna è un dono prezioso e non comune, ed è bello condividere una passione così particolare con chi conosce davvero cosa essa significhi.  

Quando poi le luci si spengono dopo il calare del sole (anche l'energia va conservata quassù!), spesso si dorme in camerata, su letti a castello che richiamano alla memoria i tempi andati e il piacere dell’essenziale.

Rifugio Val D'ambiez, Silvio Agostini | © Foto Daniele Lira

Un rifugista e la sua missione  

I visi attenti e abbronzati dei gestori, i loro consigli sui percorsi e la loro necessità di ricordare a tutti che la montagna va vissuta e affrontata sempre con molta prudenza, ti fanno sentire in buone mani, quelle mani forti e intraprendenti di chi conosce e custodisce le terre alte del Trentino.  

Un rifugista ha fatto del suo lavoro una missione, ti attende se ti attardi lungo la via e si accerta che tu sia nelle condizioni ottimali per riprendere il cammino il giorno dopo.

Pale di San Martino | © Foto Mathäus Gartner

Cammina cammina 

I percorsi per raggiungere questi rifugi sono di difficoltà diverse. In alcuni casi puoi impiegare ore per raggiungerli, macinando chilometri e dislivello. Altre volte invece ci arrivi con una camminata semplice e rigenerante. Ma può capitare anche di dover percorrere sentieri attrezzati, con indosso imbrago e caschetto.  

L’importante è sempre partire alla volta dei rifugi ben informato sul tragitto che percorrerai e con la corretta attrezzatura sempre a portata di mano. Con questi accorgimenti e con un po’ di allenamento e preparazione puoi vivere l’esperienza gratificante di raggiungere il rifugio, l’approdo perfetto dopo una giornata di trekking.

Val di Fassa - Gruppo del Catinaccio - Rifugio Antermoia Foto Federico Modica | © Foto Federico Modica

Dormire in Rifugio

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Pubblicato il 27/04/2022