Val d'Algone
Val d’Algone, tre volte UNESCO nel Parco Adamello-Brenta
"Non esiste posto più bello" così scrisse l’esploratore Freshfield nelle “Alpi Italiane".
Valle poco conosciuta, custode di leggende ed animali. Posta un po’ ai margini del Parco Adamello Brenta ed anche per questo ancora misteriosa, offre valori naturali uniti a storie e leggende come poche altre località alpine. Un viaggio tra rocce, boschi e attività umane che hanno portato ad un triplo riconoscimento dell’UNESCO: Patrimonio dell’Umanità, Geopark e Riserva della Biosfera.
I resti dell’antica vetreria al rifugio Ghedina (1150 m. slm) raccontano di vicende industriali, il Giudizio di Dio alla malga Movlina di una lotta del 1155 per il pascolo, risoltasi in un duello, i depositi delle cave parlano del quarzo e dell’uranio. Qui la storia s’intreccia alla natura. Si possono osservare fossili, le arenarie “rosse” di Val Gardena e le filladi del basamento cristallino. La fauna comprende caprioli, cervi e camosci, ma anche marmotte ed aquile reali nella parte più elevata.
Vi si accede da Stenico o Ragoli: dal Ponte del Lisàn una stretta strada asfaltata conduce in 7 chilometri ai rifugi Ghedina e Brenta, con l’info point del Parco. Si prosegue poi su sterrato, con un modesto ticket, superando le malghe del Vallon, Nambi (agritur) e Stablei, per arrivare infine al balcone straordinario di Movlina (1750 m. slm), malga secolare dove d’estate pascolano le mucche e fioriscono le genziane.
La valle offre da Movlina bellissimi sentieri: si può salire in due ore al Rifugio ai XII Apostoli (2450 m) con la chiesetta scavata nella roccia, oppure con un’ora di cammino visitare lo smeraldino lago dell’Agola o la panoramica cima del Doss del Sabbion.